Ventilazione meccanica controllata

Come avrete ormai capito vedendo i contenuti di questo blog, la muffa adora l’umidità. Questo fungo diffonde con grande facilità nei luoghi dove i valori di UR (che significa Umidità Relativa) sono particolarmente alti. Bisogna quindi far particolare attenzione a ridurre il livello di umidità, e di conseguenza di condensa, per evitare la sua proliferazione.

Non basta aprire le finestre?

Come abbiamo già visto nel video “ERRORI DA EVITARE: SCARSA AERAZIONE” (che potete rivedere nel blog), aprire le finestre a intervalli regolari è il sistema più semplice e diffuso che permette di evacuare l’umidità in eccesso contenuta nell’aria viziata e di far entrare nuova aria, secca e pulita. Si tratta di un metodo efficace per controllare i valori di UR interna, tuttavia comporta un effetto collaterale non secondario: la perdita di calore. In questo modo, ogni volta che si aprono le finestre, l’aria calda esce e l’aria fredda entra, con una grande perdita del fabbisogno termico della casa.

Quindi qual’è la soluzione?

Proprio per ridurre gli sprechi di energia ogni volta che si vuole cambiare aria, sono stati sviluppati nel tempo diversi sistemi che permettono di recuperare buona parte del calore che andrebbe altrimenti disperso con i ricambi naturali. Si chiamano sistemi VMC, ovvero Ventilazione Meccanica Controllata, e assicurano sia un’ottima ventilazione, sia una sensibile riduzione dell’umidità in casa.

La Ventilazione Meccanica Controllata si divide in due grandi classi, in funzione delle modalità con le quali l’aria viene sostituita:

  • VMC a singolo flusso, dove un solo apparato aziona un singolo flusso d’aria, normalmente di estrazione, mentre l’aria di ricambio si immette automaticamente attraverso delle bocchette di ripresa, che sono regolate per modulare il flusso d’aria in funzione dell’umidità (igroregolabili) o della quantità d’aria massima che possono far passare (autoregolabili). L’estrazione dell’aria avviene nelle aree dove si producono vapori e odori, come bagni e cucine, e la ripresa invece nelle aree più nobili, come i soggiorni e le camere da letto. I VMC a singolo flusso sono validi per l’eliminazione di muffe e condense, e per migliorare la qualità dell’aria interna, ma non sono in grado di recuperare l’energia dall’aria calda estratta.
  • VMC a doppio flusso, che effettuano contemporaneamente estrazione ed immissione dell’aria con la stessa portata. I due flussi d’aria infatti passano in uno scambiatore di calore, in modo che non possano mai toccarsi, recuperando così dal 70 al 90% del calore contenuto nell’aria estratta.

Un’altra classificazione viene fatta in base alle dimensioni o alla quantità di locali serviti dall’impianto. Possiamo avere quindi:

  • Impianti centralizzati condominiali pluripiano o pluriedificio, che derivano dai sistemi di ventilazione installati negli edifici e nelle grosse strutture, dove una sola unità gestisce contemporaneamente i due flussi di immissione e di estrazione in numerose abitazioni.
  • Impianti centralizzati domestici, nei quali un apparato fornisce i fabbisogni di ventilazione di un’intera unità abitativa.
  • Apparati decentralizzati, di piccole dimensioni e di consumi ridottissimi, adatti a ricambiare l’aria di un solo locale.

In poche parole, adottare dei sistemi di VMC vi consentirà di sostituire l’aria carica di umidità con aria pulita senza rischiare una forte perdita termica. Ma come potete immaginare, questi sistemi non sempre sono sufficienti per evitare la comparsa (o ricomparsa) della muffa.

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